Dott.ssa Irene Francini

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Acne felina e la gatta Jenny

2025-03-01 16:37

Dott.ssa Irene Francini

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Acne felina e la gatta Jenny

ACNE FELINA E LA GATTA JENNY “Cara dottoressa, non pensavo che anche la mia gatta potesse soffrire di acne – esclamò divertita la signora Maria. -Ciò

ACNE FELINA E LA GATTA JENNY

 

“Cara dottoressa, non pensavo che anche la mia gatta potesse soffrire di acne – esclamò divertita la signora Maria. -Ciò mi rimanda ai miei quindici anni, quando il mio viso era tappezzato qua e là di macchie. Erano il mio tormento”.

Dott.ssa: “Vi sembrerà strano, ma questa patologia, di cui ora Jenny soffre, è abbastanza simile all’acne umana, e come questa comporta tempo e pazienza per eliminarla”.

Sig.ra Maria: “Allora stiamo freschi! Lo so io quando ci ho messo per eliminarla! Vedo che state esaminando attentamente il mento della gatta, toccandolo. Non avete paura di contagiarvi?”

Dott.ssa: “L’acne felina non è contagiosa. Non vorrei essere indiscreta, ma che forse, quando avete dato il primo bacio al suo ragazzo di allora, lo avete contagiato? Tuttavia non solo sul mento e sulle labbra si manifesta tale patologia, ma anche sopra le palpebre e sulla base della coda”.

Sig.ra Maria: Ma quali sono le cause che la provocano questa malattia? Per quanto riguarda la mia situazione giovanile, non ho mai capito bene da cosa derivasse: E’ così anche per i gatti?”

Dott.ssa: “In effetti, le cause sono tuttora poco chiare, per non dire sconosciute. Si fanno solo ipotesi. Per alcuni l’acne felina è collegata all’alimentazione, per altri dipende da un problema ormonale, altri ancora sostengono che sia un problema che interessa solo i gatti con il pelo più lungo, il quale impedisce loro di raggiungere bene la zona per pulirsela. Ciò ostruirebbe il normale ciclo del pelo del gatto. Per altri sono le ciotole per il cibo che potrebbero causare allergie. Tuttavia, al di là delle cause su cui non c’è accordo, ci sono i segni che ci fanno sospettare la presenza di questa patologia”.

Sig.ra Maria: “E’ vero. Accarezzando Jenny mi sono accorta e poi ho constatato che sulla cute del suo viso era spuntata qualcosa che mi sembrava una macchia o roba simile. Sulle prime non ci ho dato peso, ma poi poiché il fenomeno si stava diffondendo, sono corsa da voi, per capire cosa stesse succedendo alla mia dolce Jenny”.

Dott.ssa: “Un altro segno è il graffiarsi e lo strofinare soprattutto il mento per il fastidio”.

Sig.ra Maria: “Già. In effetti l’ho sorpresa una sera che strofinava il mento contro gli spigoli di una porta in modo che mi pareva ossessivo. Dato che abitualmente Jenny si strusciava anche su altri oggetti, a questo strano atteggiamento non ho dato molta importanza. Ma perché un gatto sente il bisogno di farlo?”.

Dott.ssa: “Innanzitutto occorre chiarire che non sempre lo strofinìo del mento da parte del gatto sia sintomo di qualche malattia. Infatti nella zona del mento, si trovano delle ghiandole, dette sebacee, le quali producono sebo, una sostanza oleosa con la quale danno origine a feromoni, (cioè portatori di ormoni.) che servono oltre a interagire con altri animali e con l’uomo, a marcare il territorio. Siccome queste ghiandole sebacee sono collegate ai follicoli piliferi, cioè piccole sacche che avvolgono il pelo alla radice, se accadde che queste ghiandole sono superattive, causano l’ostruzione dei follicoli piliferi. Da qui ha origine l’acne felina. In altre parole, si sa che i peli del gatto crescono, cadono per essere sostituiti da peli nuovi che si trovano sotto; se questi trovano un tappo che impedisce il passaggio, non riuscendo ad uscire si espandono sotto. In pratica il follicolo pilifero che crea e sostiene il pelo appare ostruito, in quanto la cheratina (il pigmento nero) della pelle, la quale si trova all’interno del buco che contiene il pelo, lo ostruisce.

Sig.ra Maria: “In che modo si cura questa malattia nel gatto? Se mi rifaccio alla mia esperienza giovanile, credo che risulti abbastanza complicato.

Dott.ssa: “Sarà complicato, se non si interviene all’insorgere della malattia. In questo caso la prima cosa da fare è quella di tosare il mento o la parte colpita dall’acne, in modo che facciamo respirare la pelle, così che si toglie l’umidità da quella zona e si impedisce che questa venga infettata. Quindi la si disinfetta con clorexidina o antibatterici naturali, ripetendo ogni sera per settimane, con molta pazienza, la terapia”.

Sig.ra: “Non posso certamente decidere io quali disinfettanti usare”.

Sig.ra: “Certamente. E’ consigliabile ricorrere dal veterinario, ed è indispensabile farlo nell’eventualità, essendo intervenuti in ritardo, che si possa essere sviluppata una follicolite, cioè’ l’infiammazione dei follicoli piliferi. Se questa non viene curata, porta alla formazione di papule e pustole con espulsione di pus”.

Sig.ra: “E allora bisogna sbrigarsi. Non so se l’ho portata qui in ritardo. Mi auguro che nella mia Jenny non si sia sviluppata questa follicolite”.

Dott.ssa: “Forse facciamo ancora in tempo per scongiurarla”.

 “Oh, che peccato – miagolò Jenny con fastidio - E’ stato per me un sollievo strofinarmi sulla manica del green di questa qui che ora mi sta palpando. Ma quando mai gli umani ci possono capire!”. 

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