CRONACHE DI UN VETERINARIO
PARTE I
Se hai adottato un nuovo pet ti invito a leggere questo articolo, potresti trovare degli spunti interessanti per migliorare la vostra conoscenza e il vostro cammino insieme.
Il tuo pet è appena arrivato a casa e fatica ad abituarsi? È stressato dalle uscite?
Dal diario di un veterinario: un'adozione coi fiocchi!
“Caro Eliot,
chissà che belle passeggiate stai facendo adesso e senza di me.
Ricordo ancora quando, appena arrivato a casa all’età di appena due anni, non volevi percorrere quei pochi metri che ti separavano dalle scale o dall’ascensore.
Cosa ho fatto? Ho ignorato il tuo peso di 18 kg e ti ho trasportato in ascensore.
Che cosa succedeva poi? Varcavi la soglia del portone verso il vialetto che dava all’esterno, come se nulla fosse, e lì, superata la tua prima paura, cominciava la nostra avventurosa passeggiata. Fiutavi tutto, anche ciò di cui probabilmente non mi accorgevo, come fossi un segugio.
Eri stressato dai rumori? Si, un po' di certo, al canile dov’eri, sei stato curato e amato dalle volontarie, ma non c’erano molte macchine. Così le nostre prime uscite erano sempre in vicinanza degli alberi, dietro il riparo di qualche macchina, e diventavano via via più lunghe. Ogni giorno odoravi qualche albero in più e, passo dopo passo, senza mai pretendere ciò che in quel momento non potevi darmi, siamo arrivati alla fermata del bus.
Ricordi le nostre passeggiate a Roma in centro? Camminare sui sanpietrini non era proprio divertentissimo, ma è stato lì che già i rumori delle macchine non ti facevano più paura. E camminavi, fiero come un lupetto! Che poi eravamo anche a Roma e, si sa, i lupetti lì sono benvoluti.
Come sei arrivato a Milano? Attraverso un viaggio in treno, uno di quelli che poi sarebbero stati numerosi, seguendomi nel mio lavoro e sostenendomi con la dolcezza che solo tu avevi. Quegli sguardi silenziosi, ma che mostravano la tua intelligenza: quella di un cane guida. La prima volta che sei salito in treno ti ho dovuto sollevare, perché i gradini erano troppo alti pe te, e per sempre lo sarebbero stati, ma ormai neanche il treno ti faceva più paura, e fu allora che ti ho soprannominai “il cane viaggiatore”.
C’è stato un momento in cui ho chiesto aiuto per alcuni tuoi comportamenti per me indecifrabili, anche se di poco conto, ma mi è stato detto che eri un cane eccezionale e che avevi solo bisogno di tempo.
E la socializzazione con gli altri animali? Beh, eri un cane timido, e diciamocelo anche un po' rognoso, ma per anni abbiamo frequentato i parchi e, assieme ad altri cani che ti erano più o meno amici, trascorrevi dei pomeriggi in compagnia sempre sotto il mio occhio vigile. Te lo ricordi quel cane che si chiamava Nerone? Forse non gli eri molto simpatico, ma che ci vuoi fare non si può piacere a tutti”.
Cari lettori, vi ho raccontato questa storia perché non c’è meglio di un’esperienza reale per dare consigli. Adesso ho capito che c’è solo bisogno di tempo per adattarsi a nuovi stimoli; d’altronde, anche noi umani proviamo queste sensazioni. Ma la pazienza che un cane ha verso di noi vale più di ogni reciproca comprensione.
Adesso insegno cosa fare in queste situazioni, ma se non ci fossi stato tu nulla sarebbe stato così emozionante.
Anche voi, se avete adottato un cane o un gatto e avete bisogno di una prima visita, anche solo per imparare dei semplici accorgimenti per migliorare la convivenza e crescere meglio insieme, non esitate a contattarmi.
Ciao Eliot.

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